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Nello Zibaldone: il valore dell’inaspettato

La cagione per cui il bene inaspettato e casuale, c’è più grato dello sperato, è che questo patisce un confronto cioè quello del bene immaginato prima, e perché il bene immaginato è maggiore a cento doppi del reale, perciò è necessario che sfiguri e paia quasi un nulla. Al contrario dell’inaspettato che non perde nulla del suo qualunque valore reale per la forza del confronto troppo disuguale.

Giacomo Leopardi, Zibaldone di pensieri, pensiero 73

In questo passaggio dello Zibaldone di Leopardi si può leggere di uno dei pensieri che formano il cardine della sua filosofia: la limitatezza del reale in confronto all’infinita capacità di immaginazione pensiero umano.

Avendo un desiderio, la nostra mente è capace di immaginare ciò di più bello e grandioso che possa riuscire a figurarsi, tuttavia, in quanto illimitato, il pensiero non potrà mai esser trattenuto dalla volontà dell’individuo e, di conseguenza, quando si presenterà l’occasione per estinguere tale desiderio, l’esito sarà sicuramente deludente.

Il valore reale più grande che un uomo possa ottenere è quello inaspettato: non avendo avuto la possibilità di desiderare e dunque inventare un risultato migliore di quello già ricevuto, il singolo gioisce di ciò che possiede. Il valore della novità, di ciò che non si ha avuto la possibilità di bramare, è una delle limitatissime ragioni di felicità per l’uomo nella filosofia leopardiana, assieme alla fanciullezza ed alla cessazione di un dolore più grande.

Con un approccio tutto leopardiano, si può giungere alla conclusione che se l’esistenza stessa di un individuo venisse vissuta dallo stesso con prospettive moderate, egli avrebbe molte più possibilità di vivere felicemente rispetto a colui che brama di ottenere sempre di più. Tuttavia, se da una parte chi limita il proprio desiderio può trascorrere un esistenza più lieta, perde altresì innumerevoli possibilità di crescita e miglioramento personali, in quanto non spera in conseguenze positive. Colui che invece vive con il turbamento di poter e dover giungere a mete ambiziose e remote, otterrà sicuramente maggiori soddisfazioni, ma non possiederà la capacità di apprezzarli.

Ancora una volta, il valore si rivela essere l’equilibrio fra due estremi modi vivendi, la cui ricerca corrisponde al compimento dell’individuo.

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