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Nella pandemia: il valore del tempo

Consegna

Illustrare, con un breve commento personale, la declinazione del termine sotto indagine all’interno dell’evento pandemia COVID-19. Tale post potrà riportare riferimenti diretti ad altri siti che servano a meglio spiegare il contesto analizzato, arricchendolo anche di immagini.


In questi difficili giorni, caratterizzati da lutti e da una drammatica condizione sociale di isolamento, più che mai si sono accesi dibattiti di ogni sorta sulle risoluzioni prese dal governo per la salvaguardia dei cittadini italiani. Inoltre, giornalisti, scrittori e creativi si sono gettati a capofitto in riflessioni, spiegazioni, rassicurazioni, preghiere, creazioni artistiche nel tentativo di alleviare la nostra sofferenza.

L’avere più tempo libero per sè, confinati in casa con meno impegni, è diventata la scusa principale per proporre nuove attività, nuove iniziative, nuovi obiettivi. Di conseguenza, dopo poco siamo tutti tornati ad essere impegnati, più che prima, sommersi da un’infinità di nuove opportunità senza precedenti a cui potremmo potenzialmente affacciarci, poiché se prima il limite fisico era ciò che ci impediva di assistere contemporaneamente a due eventi, o di svolgere nello stesso tempo due azioni, ora questa barriera è divenuta l’unica che ogni ente si impegna ad abbattere per poter proseguire la propria attività virtualmente, o comunque in remoto.

Quanto riusciamo a stare soli, quanto sappiamo resistere all’isolamento spirituale più che fisico, quanto siamo in grado di non essere impegnati?

La risposta a queste domande secondo me sta nella filosofia del grande Blaise Pascal, il quale riconobbe quanto l’uomo rifugga l’ozio e la totale assenza di occupazioni poiché rifiuta di mettersi a confronto con la propria miseria. Nonostante i secoli che ci separano dall’epoca del filosofo francese, possiamo riconoscere che l’essenza dell’uomo non è mutata. Se prima il divertissement era principalmente caratterizzato dal gioco d’azzardo e dalle partite di biliardo, ora è connotato dalle serie tv, dalle consecutive, incessanti, interminabili videochiamate e dal continuo scrollare del feed di qualche social network.

L’essere umano in quanto tale deve saper cercare valore prima in sè stesso e nel proprio silenzio per riuscire successivamente a coglierlo nel mondo e nelle persone che lo circondano, vicine o lontane che siano.

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